Giornata mondiale contro la transomofobia. Mattarella "Rigettare ogni forma di discriminazione. La diversità è ricchezza"

di redazione 17/05/2021 CULTURA E SOCIETÀ
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La Giornata internazionale contro l'omofobia, la transfobia e la bifobia è l'occasione per ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza e, dunque, per riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea".

Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una dichiarazione. "Le attitudini personali e l'orientamento sessuale - afferma il presidente della Repubblica - non possono costituire motivo per aggredire, schernire, negare il rispetto dovuto alla dignità umana, perché laddove ciò accade vengono minacciati i valori morali su cui si fonda la stessa convivenza democratica.

La società viene arricchita dal contributo delle diversità. Disprezzo, esclusione nei confronti di ciò che si ritiene diverso da sé, rappresentano una forma di violenza che genera regressione e può spingere verso fanatismi inaccettabili". "La ferita inferta alla singola persona - sostiene Mattarella - offende la libertà di tutti. E purtroppo non sono pochi gli episodi di violenza, morale e fisica che, colpendo le vittime, oltraggiano l'intera società. Solidarietà, rispetto, inclusione, come ha dimostrato anche l'opera di contrasto alla pandemia, sono vettori potenti di coesione sociale e di sicurezza".

Perché il 17 maggio​Istituita nel 2007 dall'Unione Europea per condannare le discriminazioni che ancora moltissime persone sono costrette a subire sulla base del loro orientamento sessuale, il 17 maggio di ogni anno si celebra la Giornata internazionale contro  l'omofobia, la bifobia e la transfobia. La data è simbolica, perché fu proprio il 17 maggio del 1990 che l'OMS, l'Organizzazione Mondiale  della Sanità, eliminò l'omosessualità dall'elenco delle malattie mentali, anche se ci vollero ancora quattro anni affinché la decisione divenisse operativa, con la successiva edizione del Dsm (Diagnostic  and statistical manual of mental disorders), approvato nel 1994. Discriminazioni in aumento nell'anno del Covid Nell’ultimo anno, periodo covid, sono aumentati ricatti e minacce subiti dalle persone lgbt, che sono passati dall’11% al 28%. I casi di mobbing e discriminazioni sul lavoro dal 3 al 15%.

Sono i dati di Gay help line, resi noti in vista della 31esima giornata internazionale contro l'omotransfobia. Il 2021 è l’anno in cui, secondo Ilga Europe (associazione internazionale per i diritti LGBT presente all’Onu), l’Italia scende al 35esimo posto della classifica dei Paesi Europei per politiche a tutela dei diritti umani e dell’uguaglianza delle persone LGBT+ (lesbiche, gay, bisex e trans). Al gayhelpline.it, contact center contro omofobia e transfobia, registrano più di 50 contatti al giorno (tra linea e chat) oltre 20.000 l’anno, da parte di persone colpite da discriminazione, odio e violenza in quanto lesbiche, gay bisex e trans. Inoltre, nell’anno in cui la pandemia ha limitato la socializzazione al web, il 30% degli studenti Lgbt+ che ha contattato la Gay Help Line ha detto di aver subito episodi di cyberbullismo e hate speech online.

Ancora, circa il 60% degli utenti rientra nella fascia di età 13-27. L’incidenza del pregiudizio e della discriminazione ha un peso particolare sui ragazzi: questo perché i problemi iniziano già con il coming out in famiglia. I dati evidenziano che nell’ultimo anno il 50% dei giovani lesbiche, gay o bisex  ha avuto problemi in famiglia dopo essersi dichiarato ai genitori. La percentuale sale al 70% se a dichiararsi sono giovani Trans. Il 36% dei minori lgbt+ ha visto il rifiuto da parte dei familiari o dei propri pari. Il 17% dei ragazzi maggiorenni che ha contattato Gay Help Line, dopo essersi dichiarati ai genitori, ha subito la perdita del sostegno economico da parte della famiglia: la maggior parte di questi sono stati di conseguenza abbandonati e messi in strada.  Un dato che risulta costante nel tempo è la difficoltà delle vittime a denunciare: il fenomeno dell’underreporting (mancata denuncia) incide in maniera preoccupante sul riconoscimento dell’entità delle discriminazioni e delle violenze. 


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